Parla con me
pubblicato da Giulia domenica, Marzo 26, 2006 21:55“Dove sei?”
“Qui.”
“Qui dove?”
“Qui. Davanti a te.”
“E allora perché non ti vedo?”
“La tua percezione è oscurata.”
“Sei il guru più stronzo che mi potesse capitare. Se fai il trucco del trompe-l’oeil, almeno evita di grattarti il naso. Si vede.”
“Sono allergico alle lagne, mi fanno starnutire” fa lui, tutto allegro, e con una piroetta si materializza nell’aria.
“Ti stupirai, ma non sono qui per lagnarmi. Puoi risparmiarti i trucchetti da prestigiatore da sagra.”
“Questa è una novità. Allora?”
“Stai zitto un momento e ascolta. Sono andata a vedere Il caimano.”
“Esticazzi.”
“Lo sapevo che sotto sotto eri di Torre Angela. Vabbè. Siccome sei un guru, non puoi fare altro che starmi a sentire. Per cui, stammi a sentire così te la sciacqui in poco tempo. Altrimenti stiamo qua a prenderci per il culo a vicenda, tu perdi la pazienza, io anche, e quelli che ci leggono ci mandano pure affanculo.”
“OK. Parla.”
“Dicevo. Sono andata a vedere ‘sto benedetto film di Moretti di cui ormai hanno parlato cani e porci, ma non è per questo che te ne parlo. A parte il fatto che sono andata a vederlo in un multisala di proprietà di uno a cui il film stesso non sarà piaciuto poi tantissimo, anche se in pubblico dice il contrario per non fare quello che se la prende. Bòn. E lo avevano messo in una saletta minuscola. Per caso, eh. Comunque: e non fare quella faccia annoiata, adesso arrivo al punto. Dicevo: quaranta minuti prima dello spettacolo erano rimasti solo posti cervicale.”
“Eh?”
“Dalla terza fila in avanti.”
“Ah.”
“Vediamo il film, tutto molto bello, tutto molto interessante, tutto molto che l’avevamo letto sui giornali il giorno prima e non c’era rimasto niente di cui stupirsi. Ma c’è questa scena. Questa scena in macchina che è un po’ un topos del cinema di Moretti. Dio come parlo bene. Che ci sono Moretti e Silvio Orlando…”
“Non me lo raccontare, ché voglio andare a vederlo anche io!”
“Ha ha ha. Vabbè. Comunque. C’è questa scena…”
“Forse dovresti avvisare che stai per svelare una scena chiave del film.”
“Sì. Ecco. Sto per svelare una scena chiave del film, se non volete saperne niente smettete di leggere adesso. Eccetera.”
“Meglio. Vai avanti.”
“Hm. C’è questa scena, insomma, in cui Moretti canta a squarciagola e Silvio Orlando e Jasmine Trinca cercano di convincerlo ad interpretare il caimano nel film, e lui non vuole perché sta scrivendo una commedia. E alla loro insistenza sulla necessità di un film di denuncia, risponde che chi vuol sapere, sa e chi non vuol sapere non sa. Che tutto è pubblico e noto, e quindi non sarà un film biografico a cambiare il corso della politica italiana. E canta e dice, in sostanza, che se ne fotte. Che non c’è niente da fare.”
“E allora?”
“Allora, ti dico. Questa saletta piena di gente che ridacchiava. E forse tutti hanno pensato che era vero, e che le persone che volevano sapere e già sapevano erano tutte lì, a farsi venire l’ernia cervicale per vedere un film su uno che non riesce a fare un film. Ed erano gli stessi che si sono comprati il DVD di Diario narrato tutto come se questi dodici anni fossero finiti, alle spalle, con i mausolei, i processi penali, gli stallieri mafiosi e quant’altro, tutto concluso, impacchettato e consegnato alla storia con un sospirone di sollievo.”
“Non ti seguo.”
“Lo so. Infatti non ti sto chiedendo un parere su questo. Ti dico solo: eravamo tutti lì. Siamo andati a vedere il film anche un po’ per sentirci fra amici, lontani dalla cultura del Bagaglino e delle tettone in TV. Siamo andati a fare ‘il pubblico di Moretti’, quelli che da anni vanno a vedere i suoi film per ridere di se stessi, che si sganasciano durante la scena del matrimonio marxista-leninista e ogni volta che vedono D’Alema (ma ultimamente, più spesso, Rutelli) pensano ‘Di’ qualcosa di sinistra’. Gli altri, quelli che ‘lo odiate perché è un vincente’, a vedere quel film non ci vanno. Non perché non sappiano o non vogliano sapere, ma perché quello che sanno non li tocca minimamente. Gli sta bene così, e lo rifaranno, perché gli arraffoni sono i loro eroi. L’arraffone vince anche grazie a loro. Lo amano talmente tanto che sono felici di farsi ciucciare soldi e dignità, capisci? Si identificano con lui. Sono convinti che sia andato avanti per merito, che si sia fatto da solo. Coltivano il loro sogno di farsi da soli come lui. Ma sono troppo piccoli, e nel loro mondo le valige piene di soldi non cadono dal soffitto. Però la speranza li manda avanti.”
“Mi hai fatto venire l’orchite, ma ti adesso ti seguo. Fai la domanda che sei venuta a farmi.”
“Sì.”
“Vai.”
“… no. Niente. Ciao.”
stone says:
Marzo 26th, 2006 at 11:03
🙂 ho provato a vedere se lo davano in una multisala medusa di lecce ma non l’ho trovato… dipenderà dal fatto che la medusa è anche di berlusconi? (sò paranoico lo so)…
sapu says:
Marzo 27th, 2006 at 9:27
Chi sa e chi non sa e non vuol sapere:
“per tali persone la verità non può essere altro che le ombre degli oggetti” diceva uno qualche secolo prima di Moretti.
Solo che, nel mito della caverna, quello che cercava di spiegare ad altri la verità disvelata faceva una brutta fine. Altri tempi…
Forse migliori: allora bastava colmare un vuoto, l’ignoranza era semplice assenza di nozioni.
Oggi invece a molti dovresti svuotare la testa di quello che è stato loro inculcato in una maniera che neppure Kubrick (o Burgess, vedi tu) avrebbe potuto immaginare: “è curioso come i colori del mondo reale sembrano veri soltanto quando li si vede sullo schermo”…
Manu says:
Marzo 27th, 2006 at 10:11
Durante tutto il film non ho fatto altro che pensare a mio padre. Che vota Fini, che non è disturbato dal nano abbronzato, che “voi della sinistra”, che non andrà sicuramente a vedere il film. E che mi accusa di essere morettiana dai tempi di Bianca con lo stesso tono con il quale potrebbe dirmi “vai a battere sulla Salaria”.
Capisco.
Nick says:
Marzo 27th, 2006 at 10:14
Che noia l’antiberlusconismo delle anime candide…che vinca o che perda, il punto più basso stilisticamente l’ha toccato la sinistra degli ex-barricaderos ora poco moderni ed elastici nel comprendere l’alternanza di governo. Se uno analizza, la cosa + grottesca della faccenda è che alcuni sobri ed obbiettivi (a meno che il Caimano non li abbia corrotti) analisti di sinistra lodano l’operato della destra. E allora xchè tanto caos? Xchè scioperi, girotondi, indignazione degli intellettuali bolsi, etc., etc., se il tutto per concludere con un “ma in fondo non era così male”… è infantile dire “non mi piace,non lo voglio”. Scusate l’introduzione pro-caimanica. Ciao
Giulia says:
Marzo 27th, 2006 at 10:37
Scusa, Nick, esattamente “chi” loda l’operato della destra?
Nomi, grazie, e riferimenti: altrimenti mi sembra una roba tipo “eh, ma alla fine andava bene anche così”. Una cazzata detta per fare bella figura.
E non va bene per niente.
Alternanza di governo significa votare i bottegai in odore di galera? No grazie.
E’ più noioso l’antiberlusconismo o il berlusconismo ad oltranza? No, discutiamone.
Nick says:
Marzo 27th, 2006 at 11:09
Il professore universitario di Torino, Luca Ricolfi, nonchè analista politico stimato a sinistra, ha destato scandalo un mesetto fa per aver detto che il governo Berlusconi avrebbe realizzato il 60% di cio’ che aveva promesso nel famoso contratto e che non è vero che ha precarizzato il mercato del lavoro, che è vero il contrario (sostenendo che le vere precarizzazioni si devono a Treu). Mi sembra che il 60% (ripeto, detto da uno di sinistra) di programma non sia poca cosa, rispetto a come l’Italia era abituata in passato.
“Bottegai in odore di galera”, mi sembra un giudizio tranciato così…abbi fiducia nella magistratura sennò tu e Silvio cominciate ad assomigliarvi in maniera preoccupante…Forse non ti piace che qualcuno maneggi soldi, li usi, si arricchisca e crei lavoro (da imprenditore, questo è innegabile). Forse non ti garba il fatto che sia un imprenditore spavaldo al governo e non un politico idealista alla Veltroni. Beh, SB può avere deluso alcune aspettative, sicuramente, ma ripeto la caduta di stile in Italia sta altrove e la malinconia morettiana intenerisce + che altro. Ultima cosa, non temere, cmq vincerà sicuramente la ditta Prodi-D’Alema-Bertinotti(sigh)…bye
Giulia says:
Marzo 27th, 2006 at 11:16
“Stimato a sinistra” non vuole dire “di sinistra”.
Anche uno stimato a sinistra può dire cazzate, comunque.
Avrà anche realizzato il 60% del programma, ma di che programma?
Le fabbriche chiudono, la gente non lavora, sono state fatte leggi che salvano i mafiosi e depenalizzano il falso in bilancio, e se hai tempo te le riscrivo tutte.
“Bottegaio in odore di galera” è tutto meno che un giudizio “così”, visto che se non è in galera è probabilmente perché ha fatto in modo di non essere mai processato (tramite apposite leggi). Anche questo, ovviamente, era nel programma.
Comunque ho capito. Sei uno di quelli che “lo odiate perché è un vincente”.
Ma tanto va bene così: “Chiagne e fotte”.
Nick says:
Marzo 27th, 2006 at 11:52
Come di che programma? E’ stato il primo ad enuciarlo in maniera trasparente alle telecamere televisive! No, non penso “lo odiate perchè è un vincente” hai le tue giuste obiezioni. Ma il punto è che non mi sembrano Tremonti&co. gente che non sa di cosa parla…voglio dire, mi sembra che ci sia un odio verso questi politici-tecnici che sono l’opposto dei Veltroni e dei Bertinotti, che è + una lagna da sogni infranti (gli ideali utopici del ’68 distrutti da questi bottegai-economisti della politica) che invece una contropolitica di idee.
Giulia says:
Marzo 27th, 2006 at 12:20
Nick, ho dei problemi grossi con la visione del mondo dei supporter di Berlusconi. Non voglio pensare che tu sia un cretino (non lo sembri), ma per favore, non mi dire che ti sei bevuto il Contratto con gli Italiani, perché la discussione finisce qui. Un foglio di propaganda non è un programma.
Che Tremonti e compagnia non sappiano cosa fanno mi sembra evidente: peccato che sia stato proprio Berlusconi a nominarli.
Quanto all’idealismo che a te dà tanto fastidio, credo che ci sia bisogno di ritornare a delle linee guida per la società che stiano al di sopra del mero inseguimento dell’utile, che ha chiaramente fallito perché NON TUTTI sono imprenditori di se stessi, e chi non lo è è stato duramente penalizzato dal governo uscente. (Anche chi lo è, del resto, non se la passa chissà che bene). Perfino i grandi imprenditori si sono dichiarati delusi. Solo i coglioni, scusami, potrebbero votare Berlusconi di nuovo: qualsiasi cosa succeda con la sinistra, non può essere penalizzante e mortificante come questi ultimi cinque anni. Cinque anni di figure di merda, povertà e collasso culturale. Cinque anni di tette e culi e prese in giro. Non è idealismo, questo. E’ averne le palle piene di quello che i berluscones hanno fatto a tutti noi.
Lo stesso Berlusconi non sa più che pesci prendere: basta dare un’occhiata alle sue esternazioni selvagge degli ultimi giorni per capire che ormai ha finito i proiettili, ed è barricato in casa “with a gun and a pack of sandwiches”, come il talk show host dei Radiohead. Spara assurdità e minacce a raffica, cercando di mettere paura all’elettorato.
sapu says:
Marzo 27th, 2006 at 12:35
Ricolfi è lo stesso che ha scritto :”nel 1996 l’elettore fu chiamato a scegliere fra due destre, e preferì quella liberista (Prodi) a quella populista (B.)“, peraltro argomentando e pure in maniera oggettivamente convincente anche se estremamente generica.
Ora, ovviamente questo non fa di Ricolfi un guru.
E neppure fa del ‘contratto con gli italiani’ un argomento degno, anche se potrebbero esserci sviluppi interessanti…
Non è solo questione di politica, piuttosto un tipo di approccio alla realtà di cui la politica è una parte: quello di poggiare le proprie idee su una convinzione che è quasi fede, come la fede inculcata a colpi di dogmi e slogan e concetti sintetici ed aridi, buoni per ricordare e pessimi per ragionare.
Liquidando, nel mentre, ogni evidenza, per quanto abnorme, attribuendola all’altrui malafede, alla sfortuna, al caso.
Così il debito pubblico aumentato diventa il debito dei governi precedenti;
così la mancata crescita del pil diventa conseguenza di quasi un attentato di un lustro fa;
così giudici ed avvocati, professori e medici, il giornale di confindustria ed il primo quotidiano italiano sono ‘comunisti’.
Al di là del balletto delle cifre, stupisce che ci siano persone mature che ancora (dopo il ‘non mi hanno lasciato lavorare’ della prima volta, di cui ormai più nessuno quasi serba memoria) ritengono accettabile e giustificano una politica nazionale fatta col ‘non è colpa mia’.
Persone che non si curano dell’ironica sorte che ha impoverito la gran parte della nazione arricchendo a dismisura l’uomo che doveva governarla.
Sono queste le questioni abnormi: l’impoverimento, la conflittualità sociale, il conflitto di interessi.
Mica il 60% del contratto con gli italiani o i numevini di Tvemonti…
Nick says:
Marzo 27th, 2006 at 1:30
Giulia, anchio ho dei problemi con i supporters di Berlusconi. Il fatto è che se dici in pubblico quali sono i punti del tuo programma, i vari Ricolfi possono constatare cosa hai fatto. Non mi da fastidio l’idealismo, mi da fastidio la vecchia demagogia alla Rif.Comunista. Si forse è vero, mi hai quasi convinto, è da coglioni votare Berlusconi adesso, non credo che voterò. Tu però non votare la bestia demagogica di Rifondazione!…Ok Computer è bellissimo però è un disco di fantascienza + vicino a Philip K. Dick che alla nostra realtà! Ciao
Giulia says:
Marzo 27th, 2006 at 1:47
Non astenerti, vota.
Non c’è nessuno di più demagogico di uno che arriva urlando “Un milione di posti di lavoro!” intendendo “Quattro ore al giorno a testa per due settimane ciascuno, e vedi come si moltiplicano i posti di lavoro”.
Non c’è nessuno di più demagogico di uno che è riuscito a demonizzare la politica, spogliandola del suo valore di impegno civile, finendo di distruggere un sistema già malato, e facendo passare questa distruzione per un’innovazione.
L’Unione non può fare peggio. Onestamente, non può.
Solstizio says:
Marzo 28th, 2006 at 11:27
Interessante dibattito tra Giulia (la quale era un bel po’ che non ri-ri-ri-commentava) e Nick (il quale decisamente non trolla).
Volevo solo far notare che Ricolfi, a 8emezzo un mese fa, ha spiegato in che modo tramite un algoritmo magico (in realtà, estrapolazioni da sociologo dignitoso) ha dato le percentuali al raggiungimento degli obiettivi del “contratto con gli italiani”; la tesi del sociologo è nota: B. se ne dovrebbe coerentemente andare, perché avendo raggiunto solo il 60% degli obiettivi, non ha rispettato il contratto, e lui stesso affermò (oppure promise sulla testa di qualcuno, fate voi) di non ricandidarsi se non fosse riuscito a rispettare i cinque punti.
Joe Tempesta says:
Marzo 30th, 2006 at 1:29
E comunque la questione secondo me è un’altra: farsi da soli sarà anche un merito, ma farsi in compagnia è più divertente 😀
(perdonate l’evasione)