Amnesiac

pubblicato da Giulia martedì, Gennaio 31, 2006 0:10
Aggiunto alla categoria Sono fatti miei

Volevo dire una cosa a proposito delle donne.
Una cosa che probabilmente ho detto altre volte in molte forme, a proposito della ricerca della femminilità che finisce sublimata nell’acquisto compulsivo di accessori. Dell’equivoco che tacchi alti=femmina, borsa alla moda=femmina, abiti debitamente sexy che esaltino i punti di forza=femmina, e tutto il resto o è non-femmina, o è maschio, o non è niente. L’equivoco che ci porta a scambiare la cultura con la natura, di modo che nulla per noi può più essere naturale o meno, ma solo giusto o non giusto, appropriato o non appropriato per una femminuccia. La falsa natura imposta da una mistica della femminilità sempre più punitiva, che penalizza i chiaroscuri e li relega al ruolo di irragionevoli capricci, che rinnega il nostro codice di pensiero e i moti dell’animo in favore di interi manuali di regole di comportamento, diktat e disprezzo per le nostre simili. E pensare che per essere donne basta essere, semplicemente, come siamo: ma manderemmo in rovina Jimmy Choo, ed è un peccato, perché Jimmy è una donna. Potere della perpetuazione. La tortura della pianta del piede come atto di auto-miglioramento. Una mutilazione lite. Gigli d’oro per l’Occidente multitasking, che ogni tanto dei piedi ha ancora bisogno.

Insomma, volevo scrivere una cosa sulle donne, ma ho deciso di lasciar perdere, perché non mi ricordavo cos’era, e comunque non ci si capiva un cazzo.

Commenti e ping chiusi.

37 commenti to “Amnesiac”

  1. federico says:

    Gennaio 31st, 2006 at 3:06

    beh giulia blasi sono arrivato a te atraverso mille link, che adesso è impossibile ricodare. ho letto sto post sulle donne è ti devo dire che per me è stato solo un piacere leggere parole del genere. abito a roma e qui l’apparire predomina e sovrasta sull’essere. sarà cinecittà, saranno gli studi dear sulle nomentana, sarà quel che sarà. beh che dire mi sposi?saluti.

  2. Enrik says:

    Gennaio 31st, 2006 at 9:30

    La classica fiera dell’ipocrisia, di sopra e di sotto…
    Sopra una confusa cozzaglia di parole che giustamente finisce con…cazzo!!
    Sotto il classico sfigato che fa finta di comprendere le donne,e di preferire il pensiero alle tette..ma che finisce col dire “visto che condivido le tue idee me la dai ???”

  3. Fabio says:

    Gennaio 31st, 2006 at 10:25

    Mah, non so se la borsa alla moda è femmina (anzi, mi da abbastanza fastidio), gli abiti sexy “siano femmina”, eccetera eccetera.
    Però io per un paio di tacchi perdo la testa. Mi basta poco, lo so.

  4. paolo27 says:

    Gennaio 31st, 2006 at 11:46

    Ma quanto possano essere femminili un paio di pantaloni militari portati bassi sulla vita non ne hai nemmeno idea. Ma forse sono io che sono strano…

  5. Enrik says:

    Gennaio 31st, 2006 at 12:44

    http://www.radiogennesis.cl/gold/fotos_noticias/pamela%20anderson.jpg
    Penso che soddisfi abbastanza la visione femminile dell’uomo medio…..

    W le donne….

  6. Giulia says:

    Gennaio 31st, 2006 at 1:28

    Enrik, a me piace molto la cozzaglia. Soprattutto l’impepata di cozzaglia.

  7. valeria says:

    Gennaio 31st, 2006 at 2:17

    dalla parte delle bambine, elena gianini belotti. un must.

  8. ihihih says:

    Gennaio 31st, 2006 at 3:01

  9. marta says:

    Gennaio 31st, 2006 at 5:55

    bellagiulia : parli di donne e rispondono gli uomini…
    forse perchè molte donne posso essere daccordo con te…e molte altre no…ma il limite è nella delimitazione…sentiti donna e non ti serviranno trucchi nè inganni…e ricorda che per riconoscere una vera donna….ci vuole un vero uomo….

  10. Giulia says:

    Gennaio 31st, 2006 at 6:44

    Anche un’altra vera donna, al limite.
    Il punto è che io non credo esistano le “vere donne”. Ci sono le donne, e basta. In quella “verità” appiccicata sopra sta tutto il nostro problema.

  11. vis says:

    Gennaio 31st, 2006 at 7:18

    Ciò che fa l’abito o l’accessorio di moda non è lo stilista che lo crea né la persona che lo indossa, ma la personalità di chi lo indossa che come direbbero gli stilisti, riesce ad interpretarlo.
    Il gioco della moda, perché di questo si tratta, è un bel gioco fino a quando rimane tale e consente ai suoi partecipanti, di arricchire la propria vita di frivoli accessori ma diventa deleterio quando questo sostituisce e si impossessa delle persone che lo giocano.
    Ecco, poi anche io volevo aggiungere altre cose ma mi son persa…

  12. kik says:

    Gennaio 31st, 2006 at 7:57

    La vera donna è cellulitica.
    Il resto è fotoritocco.
    Dovrebbero dircelo subito, alla nascita.
    Guarda che non sono vere quelle che vedi.
    Ci eviterebbero tanto di quel male.
    Kik (senza tacchi nè borsa ma french manicure come sicurezza ontologica in un mondo precario)

  13. Catlover says:

    Gennaio 31st, 2006 at 8:21

    Jimmy Choo è un uomo sul serio. La donna è invece Tamara Mellon, proprietaria del marchio. E le scarpe, prezzo a parte, rimangono l’unico accessorio “democratico” che la moda ci concede: hanno un numero, ma non una taglia, e se te le puoi permettere, sei libera di indossare un paio di Jimmy Choo anche se porti la “vituperata” (sic…) 44. Scherzi a parte, è uno schifo, Giulia, lo so. E’ terribile quello che ci propinano tv e giornali, con volti e corpi sempre più artefatti, con donne che sembrano fiere di esibire la propria nullità intellettuale: qualche tempo fa ho scoperto che su un settimanale esiste la rubrica “le dive raccontano il proprio ciclo mensile”. Senza parole.

  14. Giulia says:

    Gennaio 31st, 2006 at 9:50

    A me ‘sta cosa che la 44 è vituperata mi fa giusto ridere. Alla mia statura, per esempio, è una taglia normale. Ho i fianchi. Ho il culo. Sono una persona con tutti gli organi interni. Perché mai mi dovrei affamare? Eppure le conosco, quelle che a pranzo una mela, se no ingrassano.

    Sulla storia delle scarpe democratiche avrei da ridire: a parte che i prezzi sono ridicoli, i tacchi da dodici fanno male alle giunture, alla schiena, alla pianta del piede. Sono una tortura autoinflitta. E poi, se hai il piede cicciotto o la caviglia grossa, i sandali non te li puoi mettere (specialmente quelli con la cinghietta).

  15. federico says:

    Gennaio 31st, 2006 at 11:47

    ehi Enrik ma come sei inviperito!che t’ è successo, brutte esperienze con le donne?hai due soluzioni o diventi Bukowski o impari a convivere con le delusioni che reagire così insultando chi nemmeno conosci e poi piazzare due belle tette in link non è che mi sembra proprio il massimo come difesa di una posizione che può anche essere legittima. e poi se tu hai l’ironia di un pescatore di merluzzo dell’alta Norvegia mica è colpa mia. il mi sposi era i-r-o-n-i-c-o.risaluti

  16. abboriggeno says:

    Febbraio 1st, 2006 at 3:46

    Giulia sei fantastica, bel post.
    E troppo forte il tuo commento #14.

    saluto

  17. restodelmondo says:

    Febbraio 1st, 2006 at 7:32

    Giulia: grazie di averla detta, anche così.

  18. Amanda says:

    Febbraio 2nd, 2006 at 12:56

    Cara Giulia che dire?
    Io sui miei 10 cm di tacco non ci stò poi così male… Non è detto che dietro un aspetto curato non ci sia niente…
    Io questa la trovo un po’ una forma di razzismo nei confronti di noi che aimè abbiamo vissuto gli anni dell’estetismo, gli anni 80.
    Ci hanno cresciuto così, noi siamo un prodotto, non fermatevi all’involucro, impegnatevi a conoscere anche il contenuto.

  19. Giulia says:

    Febbraio 2nd, 2006 at 2:32

    Amanda, sai, io sono del 1972. E non siamo un prodotto, né io né tu. Siamo delle persone che hanno diritto di scelta, e soprattutto hanno il diritto di scegliere la propria forma senza essere incasellate in uno stampino. Il porblema arriva quando il contenuto crede che il contenitore sia più importante, e si trascura o si autopunisce per aderire a modalità di comportamento e stili di vestiario costrittivi, ai limiti dell’automutilazione.

  20. new entry says:

    Febbraio 3rd, 2006 at 11:17

    Io non ho un paio di scarpe col tacco,e gonnine e scollature le lascio ad altre, ma credo che l’importante sia sentirsi donne, con serenità e orgoglio, e che ogni mezzo per raggiungere questo obbiettivo sia lecito…

  21. mada says:

    Febbraio 3rd, 2006 at 4:51

    hmmm…si è femminili anche quando lavori,fai le pulizie,ti accendi la sigaretta,porti una tutona o urli col cane. però una cosa devo Dirtela: i 2 annunci sotto no,sono un calcio nei denti. ma come, agenzie di modelle alla fine di un post sulle donne che vanno al supermercato ma non sono sullo scaffale????????

  22. Giulia says:

    Febbraio 3rd, 2006 at 5:13

    mada, purtroppo i Google Ads servono al server per mantenersi. Non decido io quali ci devono andare, e ti garantisco che se potessi scegliere non ci sarebbero.

  23. cate 73 says:

    Febbraio 4th, 2006 at 1:21

    io sono perfettamente d’accordo con quello che tice Giulia anche perchè adoro l’abbigliamento casual e sportivo e invece non mi sento molto a mio agio in quello elegante, ed il punto è prorio quello di sentirsi bene nei propri panni è questo che rende sicure e quindi anche più seducenti le persone.

  24. ashley says:

    Febbraio 4th, 2006 at 5:27

    come al solito gli estremi non sono la miglior scelta.essere sportive qnd non lo si deve essere ed essere eleganti invece qnd non è opportuno è ridicolo. secondo me bisogna sempre valutare la situazione e scegliere una soluzione sia in base al proprio stato d’animo ke all’occasione. poi x capire cosa sta dietro all’abbigliamente basta conversare con la persona.solo allora si potrà valutare se oltre a quegli abiti c’è femminilità e intelligenza o se si tratta semplicemente di un manichino della società.la femminilità è molto complessa..non si individua solo dall’esterno o dall’interno,ma..con una valutazione globale..

  25. Giulia says:

    Febbraio 4th, 2006 at 5:39

    ashley, veramente il post non parlava di come è appropriato vestirsi, o di come valutare la situazione. Parlava di femminilità definita dagli accessori e da una serie di regole di comportamento che decretano che cosa sia o meno giusto fare per una donna. E di come questa galera ce la siamo cucita addosso noi.

  26. linda says:

    Febbraio 6th, 2006 at 2:38

    Erik se per te il top delle donne sono delle labbra a canotto finte capelli tinti delle tette gonfie all’ennesima potenza lifting da tutte le parti del corpo posso trarre 2 conclusioni:1) che non hai mai toccato una donna VERA
    2)Che ami tuffarti in un mare di silicone quando tocchi una donna

  27. marcella says:

    Febbraio 9th, 2006 at 1:18

    E’ stata la scoperta più bella questo commento sulla effettiva femminilità.Da sempre convinta che nn è necessario un paio di scarpe da “acrobata” per poter dimostrare la propria femminilità,mi ritrovo spesso,tuttavia, a combattere con un senso di “disagio” per ciò che proprio mi rifiuto di portare(tutto ciò che è accessorio).Per di più,gioco anche a calcetto,sport considerato maschile per eccellenza.Ma non mi sento meno donna e meno femminile di chi va sfoggiando abiti sexy,foulards,sciarpette e “tacchetti”(i miei son solo quelli delle scarpe da calcetto)che richiedono una patente speciale per calzarli…..
    E’ stato un piacere!Evviva l’autenticità!!!

  28. barbara says:

    Febbraio 10th, 2006 at 12:48

    I tacchi: fior da fiore, ricordo questa sublime frase di Ilaria D’Amico, ospite d’onore alla presentazione di un libro: “Ho scoperto i tacchi tardi, ma adesso non ne posso più fare a meno. Anche se sono scomodi e fanno venire degli orribili duroni sotto le piante dei piedi”. Facce disgustate degli astanti che si immaginavano i duroni. Ma non si diceva che una signora non suda nemmeno?

  29. N_n says:

    Marzo 13th, 2006 at 4:26

    gran discorso comunque quello sulle scarpe, la taglia 44, i sederi, chi sia o meno Jimmy Choo…
    donna di qua, donna di là…ma che cavolo di donna è una che non sa parlare d’altro di argomenti del genere??? faccio a tutte tanti auguri!

  30. Eli says:

    Marzo 14th, 2006 at 2:06

    mi fate ridere, se esistono ragazze con fisici che rasentano la perfezione nn è colpa loro, e spesso sono il frutto di duro lavoro, che fanno per piacersi e piacere di più. inoltre, le scarpe femminili non sono solo quelle col tacco da 10cm e non ho mai fatto l’associazione borsa alla moda=femminilità, sono tutte scuse per autocommiserasi. in bocca al lupo a tutte.

  31. Giulia says:

    Marzo 14th, 2006 at 6:16

    Eli, posso chiederti come hai trovato questo post, vecchio di parecchie settimane?
    Hai cercato “tacchi a spillo”, “Jimmy Choo” o “fisici che rasentano la perfezione”?

  32. Ketty says:

    Marzo 15th, 2006 at 11:19

    Cara Giulia io sono del 1955 e ho smesso di portare i tacchi alti e il reggiseno quasi subito, rendendomi conto della loro scomodità e della fatica che dovevo fare per nascondere il mio disagio in quella pratica. Ho cercato quindi d’impiegare tutte quelle energie per capire cosa voleva dire vivere una vita da donna, (anche senza tacchi alti si cade spesso) e cercare l’equilibrio tra la paura e il coraggio di essere felici è veramente una grande impresa.
    Non mi va di criticare le donne che nascondendo la loro fragilità si espongono a tali sforzi rischiosi.
    Penso che la fragilità sia la nostra dote più forte(la forza della debolezza) e non averne paura è molto femminile.

  33. Giulia says:

    Marzo 15th, 2006 at 11:40

    Criticarle forse no.
    Ma perché non renderle partecipi di tentativi di vita diversa? Tu hai fatto la scelta di rinunciare agli accessori per cercare la tua essenza. Gli accessori sono una bella cosa (a me i tacchi piacciono), ma ho paura, spesso, che diventino sostitutivi dell’identità. Che l’essere o meno femminili venga misurato sull’apparenza e non sulla sostanza dei comportamenti.

  34. Ketty says:

    Marzo 17th, 2006 at 10:24

    Tutti i nostri comportamenti sono fatti d’apparenza e di sostanza, anche i più falsi hanno una loro autentica ragione di essere espressi (convenienza o paura ad esempio), ma la vera difficoltà è acquisire consapevolezza di quello che siamo profondamente in questi. Molto spesso ci torturiamo fisicamente con scarpe troppo scomode o pantaloni da gastroenterite, per non sentire un malessere più profondo che ci ossessiona e c’impedisce d’essere padroni e compagni della nostra identità.
    Compagni perché, la consapevolezza di noi stessi ci permette di accompagnarci e sostenerci con lucida amorevolezza e libera scelta nella vita di tutti i giorni.
    Ma questo non è solo un problema femminile.

  35. Karin says:

    Luglio 1st, 2006 at 11:34

    La maggior parte di voi siete persone abbastanza superficiali, che giudicate solo dalle apparenze. Io comunque ho un bel fisico e mi piace mostrarlo. Comportandomi così non manco di rispetto a nessuno al contrario di voi che per invidia offendete dando delle stupide alle ragazze che hanno più fortuna di voi.

  36. Giulia says:

    Luglio 1st, 2006 at 8:47

    Karin, se tu hai un bel fisico e ti piace mostrarlo non vuol dire che automaticamente tutte siamo a) brutte e b) invidiose di te. Forse a) non ce ne frega niente e b) siamo un po’ stufe di sentirci dare delle invidiose da stupidine che non vedono al di là del loro perfetto ombelico.

    Tu vai pure in giro panza all’aria, ad interrogarci sulla ragione di certe usanze ci pensiamo noi.

  37. Karin says:

    Luglio 5th, 2006 at 7:02

    Cara Giulia nel dare delle invidiose mi riferivo alle persone che offendono, a qualcuno può anche non piacergli come mi vesto (ognuno ha i suoi gusti ed è giusto altrimenti saremmo vestite tutte uguali, sai che noia)ma non per questo è giusto che mi dia della persona stupida o vuota. sè ti sei sentita offesa mi dispiace, non era mia intenzione