Matita blu

pubblicato da Giulia giovedì, Ottobre 13, 2005 16:08
Aggiunto alla categoria Bric à brac

Copio e incollo un passaggio dall’articolo di Repubblica.it relativo al “divorzio” televisivo Al Bano-Lecciso, che non commenterò perché a) lo commenterà chiunque altro b) si commenta da solo c) in fondo, chi se ne frega:

Prima c’era stata una sorte di psicodramma televisivo con la figlia Romina jr, uscita dal programma. La ragazza di appena 18 anni, ha parlato in piena tensione e quasi alle lacrime intervenendo in studio, lamentandosi di aver perso un’occasione per stare un pò con il padre che adora. Ha lasciato ad Albano una lettera, che ha fatto commuovere il cantante, in cui ricorda gli anni passati, fino a cinque anni fa, vissuti senza separarsi mai. Oggi i due si vedono poco e lei sta vivendo un momento di depressione. “Non arrenderti mai, il sole nasce ogni giorno”, gli ha detto in diretta tv il padre.

L’articolo non è firmato, ma l’ortografia (o assenza della medesima) mi insinua un dubbio: ma per scrivere sui giornali, la terza elementare non serve più?

Commenti e ping chiusi.

31 commenti to “Matita blu”

  1. danmartin says:

    Ottobre 13th, 2005 at 4:11

    Quoto

  2. lifeo81 says:

    Ottobre 13th, 2005 at 4:20

    più che altro è triste che un quotidiano nazionale debba occuparsi del divorzio televisivo di albano e quella ciofeca della Lecciso…

  3. Joe Tempesta says:

    Ottobre 13th, 2005 at 4:26

    A parte una virgola di troppo (o una di meno, dipende) tra soggetto e verbo non capisco cosa ci sia sbagliato nell’ortografia.
    Ok, “gli” invece di “le”, ma sui giornali è usato spesso e in quel particolare caso non è nemmeno da considerasi sbagliato.
    Non metto in dubbio sia per via di un mio limite, pertanto ti chiedo se cortesemente mi puoi far vedere come dovrebbe essere codesto paragrafo con le correzioni che apporteresti, ovviamente senza stravolgerlo.

    Grazie

  4. Joe Tempesta says:

    Ottobre 13th, 2005 at 4:32

    …e una virgola è sfuggita anche a me, tra “verbo” e “non”, dove me la sono scordata. 😉

  5. kemper says:

    Ottobre 13th, 2005 at 4:35

    E l’accento di “pò”?

  6. cical0ne says:

    Ottobre 13th, 2005 at 4:35

    Sembri in tutto e per tutto mia zia!
    Da quello che scrivi e da i tuoi modi di fare in tv, quel pizzico di vanita’, quei piccoli… diciamo “tic” 🙂 quando spieghi…
    Anzi sai che faccio ora, chiamo mia zia e gli dico che l’hanno clonata! 🙂

  7. Joe Tempesta says:

    Ottobre 13th, 2005 at 4:53

    Kemper: hai ragione, mi era sfuggito, ed è probabilmente il più grave.
    Quello che è mancato lì mi pare sia soprattutto una passata di controllo ortografico di Word 😉
    Magari l’articolista si è affidato al dizionario del cellulare invece che a quello vero: il T9, “pò” con l’accento, lo propone tra le alternative 🙁

  8. Giulia says:

    Ottobre 13th, 2005 at 4:56

    “Una sorta” e non “una sorte”
    “Po'” e non “pò”
    e soprattutto, “gli” riferito a una donna è ancora sbagliato. E’ accettato solo al posto di “loro”.

  9. Joe Tempesta says:

    Ottobre 13th, 2005 at 5:08

    Il Devoto-Oli “gli” referito a una femmina, e proprio in quel contesto, lo dà per giusto.
    Magari è brutto (ma il Devoto Oli non lo dice), ma giusto.

  10. Joe Tempesta says:

    Ottobre 13th, 2005 at 5:15

    Il Devoto-Oli dice che “gli” referito a una femmina, in un contesto simile, lo dà per giusto.
    Magari è brutto (ma il Devoto Oli non lo dice), ma giusto.
    “Sorte” invece è proprio corretto.

  11. orsodingo says:

    Ottobre 13th, 2005 at 5:28

    cattivi!
    come fate a non capire? L’autore è evidentemente finlandese

  12. PokiCopi says:

    Ottobre 13th, 2005 at 5:35

    Sui quotidiani (soprattutto nelle versioni on-line) si tende a lasciar correre strafalcioni spaventosi, che vengono spesso corretti in corsa da un – suppongo – disperato site manager; detto questo direi che il compito del suddetto non è certo reso più semplice da giornalisti (boh?) che lanciano le virgole a caso, dove cadono cadono, e confondono i pronomi. Al ché io mi domando “ma chi lel’a imparato il taliano?”

    PS: leggo il tuo blog ogni giorno, e ogni tanto lascio un commento, ma non mai colto l’occasione per farti i miei più sinceri complimenti, per il blog e (lo so è una cosa un po’ anni ’80) per la trasmissione. Ti ho linkato, perciò, se ti va, fai un salto dalle mie parti 🙂

  13. Succo says:

    Ottobre 13th, 2005 at 5:44

    A forza di usare il “pò” in stile sms, il rischio è che l’errore diventi regola, come in precedenza è accaduto per il “ma però”. Triste.

  14. Giulia says:

    Ottobre 13th, 2005 at 5:44

    “Sorte” nel senso di destino, OK. Ma in questo contesto?
    Quanto a “gli”, si vede che hanno aggiornato il Devoto-Oli da quando il mio professore di linguistica dell’università mi ha spiegato che riferito ad una femmina è scorretto.
    Immagino che il giornalista non sia molto più giovane di me. Se abbiamo fatto le stesse scuole, forse suona male anche a lui.
    Forse, eh.

  15. Neo says:

    Ottobre 13th, 2005 at 5:45

    Se guardi Studio Aperto tutto ciò appare come un capolavoro.

  16. kAy says:

    Ottobre 13th, 2005 at 5:46

    No, pare che ultimamente non serva nemmeno leggere i libri per recensirli…

  17. Giulia says:

    Ottobre 13th, 2005 at 5:47

    Sì, ma secondo Joe Tempesta il giornalista ha fatto un’antologia di nuove acquisizioni dettate dal Devoto-Oli… “Pò” incluso.

  18. Joe Tempesta says:

    Ottobre 13th, 2005 at 5:47

    Succo, l’unica lingua che non cambia è una lingua morta.

  19. Joe Tempesta says:

    Ottobre 13th, 2005 at 5:51

    Sorte: Lo stesso, ma meno com., che sorta, nel senso di ‘specie, qualità’. [Lat. sors sortis].

    gli: Si va sempre più diffondendo anche come forma atona del dativo plurale maschile e femminile a loro (gli disse ‘disse a loro’), e, fam., per influsso dell’etimologia (lat. illi che è masch. e femm.), anche come forma atona del singolare femminile ‘a lei’: ho visto Maria e gli ho detto che si ricordi del tuo libro

    E’ l’edizione 2003

    Se a te non piace alla grammatica non frega nulla.

    (su “pò” stai facendo una battuta errata, perché non ho mai sostenuto che sia corretto)

  20. Giulia says:

    Ottobre 13th, 2005 at 6:22

    Allora ritorniamo un passo indietro. Ti sembra verosimile accumulare in cinque righe ben tre forme così marcate e farlo con cognizione di grammatica?

    A me sembrano, nell’ordine, distrazione e ignoranza. Validate da quel “pò” piazzato lì in mezzo a ciliegina.

    Puoi tirarmi fuori anche la grammatica aggiornata al 2007: nel contesto, sono scorrette.

  21. Joe Tempesta says:

    Ottobre 13th, 2005 at 6:35

    Quello che mi sembra è che per leggere quel periodo si fa una gran fatica, che non scorre, che la punteggiatura ostacola invece di aiutare, che aldilà della difesa da avvocato del diavolo che gli ho concesso, qualche bello strafalcione da matita blu ce l’abbia messo.

    Per rispondere alla tua domanda, no, non userei quelle forme, non volontariamente.

    C’è da dire però che la grammatica a un certo punto si deve arrendere e fare una foto della lingua usata comunemente. I giornalisti son quelli che usano la lingua scritta più di tutti: possiamo se vuoi dire che se quelle forme sono corrette è (anche) per colpa loro. Ma ormai è così e indietro non si torna.

    Il che non è necessariamente un male.

    (P.S. mi dispiace che sia diventata una specie di polemica: non ho lasciato il mio primo commento con questa intenzione. Comunque se polemica è stata spero almeno costruttiva)

  22. Joe Tempesta says:

    Ottobre 13th, 2005 at 6:37

    Se cambi il commento mentre rispondo però poi non si capisce a quale domanda io stessi rispondendo 😉

  23. Fabrizio says:

    Ottobre 13th, 2005 at 8:29

    L’articolo non era firmato, così ho scritto direttamente al direttore, Vittorio Zucconi. Sono in attesa di risposta. Devo dire, per onore di cronaca, che ha sempre risposto alle mail.

  24. marco_gatt says:

    Ottobre 13th, 2005 at 8:34

    si commenta da solo più che altro

  25. Paola says:

    Ottobre 13th, 2005 at 10:35

    Joe Tempesta, solo perché gli al posto di le è sempre più diffuso e il Devoto Oli ne prende atto non vuol dire che sia corretto e che la grammatica sia già cambiata. Vedo spesso gli al posto di li (gli ho comprati, gli ho visti) e quando il Devoto Oli ne parlerà, continuerò a considerarlo una somarata.

  26. larvotto says:

    Ottobre 14th, 2005 at 12:15

    Giuglia la dovresti smettere di fare una così tanta critica.
    Se i giornalisti di Repubblica anno asunto questo giornalista tra di loro, vuole dire che come giornalista è un bravo giornalista.
    A me mi sa che poi a ben leggere non è che poi non sia poi tanto stato scritto male.

    ma in fondo, chi se ne frega? 🙂

  27. Antar says:

    Ottobre 14th, 2005 at 9:49

    Ma, dico, stiamo parlando di Populista.it!

    Quello che ha messo online per primo le foto dell'”amico travestito” di Lapetto Piaggio.
    Quello che nel gossip più becero sguazza allegro anche mentre sta parlando di politica mondiale o ecatombi tipo lo tsunami.
    Quello che mentre descrive la triste politica italiana non perde comunque l’occasione di fare la battuta pecoreccia e ridanciana.
    E tu ti metti a far loro le pulci per la grammatica?

    Sarebbe come dire che George Walker Bush non sa vestirsi [cosa che, del resto, Populista.it non perde occasione di fare]

  28. Giulia says:

    Ottobre 14th, 2005 at 9:57

    Direi piuttosto che George Walker Bush non è neanche in grado di dire “Devo andare a fare pipì” senza chiedere il permesso a Condoleezza Rice.

  29. Antonio says:

    Ottobre 14th, 2005 at 10:00

    Il punto non sono le diatribe grammaticali. Il punto e’ il contenuto!!!!

    Secondo me ad un certo punto scrivere sgrammaticato quando si parla di Albano e della Lecciso (notate che non si dice mai di Loredana Lecciso, ma DELLA LECCISO!!), e’quasi una forma di licenza poetica, in un certo senso ci sta pure bene. Lo stile deve uniformarsi al contenuto.
    Detto questo secondo me l’autore dell’articolo o e’ un genio o e’ un ignorante.

  30. Giulia says:

    Ottobre 14th, 2005 at 10:03

    C’è anche un’altra considerazione da fare.

    Se mio zio Pino (non ne ho uno, ma facciamo finta), parlando di me, dice “gli ho detto”, ovviamente è concesso, essendo registro colloquiale. Se io, riportando una frase di mio zio Pino, voglio riportare il sapore del suo eloquio, scriverò “gli ho detto” anziché “le ho detto”.

    Esistono diversi registri linguistici, che ammettono diverse forme di colloquialità. Se io utilizzassi “gli” al posto di “loro” in un documento ufficiale, sarebbe scorretto, anche se la grammatica lo accetta: perché non si tratta di una forma adeguata al registro linguistico.

    Stesso dicasi per le forme utilizzate dal giornalista in questo pezzo (con l’eccezione di “sorte”, che a me suona scorretto ma se è una forma accettata passi): accettabili nel linguaggio colloquiale, sintassi inclusa, ma assolutamente scorrette nella forma scritta e nel contesto (un articolo di cronaca).

    E comunque, leggevo anni fa una cosa che secondo me vale ancora: se suona sbagliato, è sbagliato 🙂

  31. Antonio says:

    Ottobre 14th, 2005 at 10:38

    Giulia se suona a te sbagliato mi fido ciecamente, e in definitiva sono assolutamente d’accordo con te. Se uno scrive sul giornale un minimo di impegno grammaticale lo deve (dovrebbe) garantire.
    Ma al mio benzinaio ad esempio suonano sbagliati i congiuntivi…allora che facciamo? Cancelliamo sti benedetti congiuntivi una volta per tutte?

    Comunque devo mestamente ammettere una cosa: L’italiano e’ un casino!!!
    Stavo correggendo gli esercizi di italiano di un mio amico spagnolo e ne ho sbagliati diversi!!!!
    Che vergogna!