Conoscere gente sul treno

pubblicato da Giulia mercoledì, Maggio 5, 2004 13:00
Aggiunto alla categoria Sono fatti miei
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Il viaggio di ritorno da Roma l’ho fatto in parte con un mio coetaneo parrucchiere di Padova, un liceale ventenne di Bologna (con la scritta “W Berlusca” sullo zainetto: un inneggiamento/sbeffeggiamento che era quasi commovente nella sua ingenuità) e il suo migliore amico, un serio ventiduenne futuro assistente sociale, chiaramente di sinistra.
La conversazione sulla vita, l’amore e le vacche che ne è scaturita sarebbe stata degna di essere registrata. Ma mi piace anche che sia volata nel Paradiso delle Conversazioni Perdute, quelle avute per caso con gente che con ogni probabilità non rivedrai mai più, che proprio per questo ti racconta particolari intimi della sua vita.

Il parrucchiere di Padova, scendendo dal treno, mi ha salutata con due baci sulle guance e un “ciao, cucciolo”. A tre quarti del viaggio avevamo cominciato a darci di gomito ogni volta che passava un ragazzo carino.
Lui: “Uh, bello questo.”
Io: “Troppo giovane, e probabilmente metrosexual.”
Lui: “Metrocosa?”

Una signora americana mi ha raccontato che anche la loro economia sta andando a gambe all’aria, e che comprare la verdura è complicato come da noi.

Sull’autobus verso casa ho dato indicazioni a tre giovani cantanti lirici. Venivano a Trieste per un’audizione alla Sala Tripcovich. Gliel’ho indicata con il dito, dal finestrino del numero 20.
Chissà com’è andata.

Le storie della gente.

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