Il dodici giugno, qui a Roma, farà probabilmente un gran caldo. Anche nel resto dell’Italia è facile che le temperature siano miti, tali da indurre la gente a trascorrere la giornata in spiaggia, oppure camminando in montagna.

Fatelo. Ma mentre uscite, prendete la carta d’identità e la tessera elettorale, andate al vostro seggio di riferimento, ed esprimete il vostro parere sui referendum parzialmente abrogativi della legge sulla fecondazione artificiale.

Andate a votare. Se siete giovani, fatelo perché la cosa potrebbe riguardarvi. Un giorno potreste dover affrontare la difficoltà di concepire, e trovarvi davanti lo sbarramento di una legge che vi renderebbe le cose inutilmente difficili, dolorose, perfino pericolose. E se non a voi, a una vostra amica, o a vostra sorella. E se la cosa non vi riguarda perché avete figli o non siete più in età di averne, fatelo proprio per i vostri figli e per i figli dei vostri amici.

Ma soprattutto fatelo perché, una volta tanto, vi viene chiesto un parere su una legge che può influenzare profondamente le vostre vite. Informatevi, votate con coscienza, partecipate, e chiamate altre persone a votare. Andate pure al mare, ma andateci dopo. E se andare a votare significa sacrificare un fine settimana (per me, allo stato attuale delle cose, è così), fatelo comunque.

Fine del momento barricadero.

Un impegno concreto: da domani provo a tornare in cazzeggio mode.