Otto marcio (reprise)
pubblicato da Giulia martedì, Marzo 8, 2005 11:00Ƞdi nuovo l’otto marcio. Vale ancora tutto quanto detto in precedenza, aggiungendoci anche un po’ di numeri, che non fanno mai male, per voi che se non mettete il naso nelle statistiche non ci credete. Oggi niente venditori di ombrelli (c’é l sole), in compenso c’é in giro una pletora di venditori di mimose. Ci sono anche i soliti poster degli spogliarellisti. C’é anche (l’ho sentito stamattina alla radio) Costantino Vitagliano che si spoglia (cazzo, che novità) in videochiamata. È un dovere morale togliere il saluto per una settimana almeno a chiunque venga sorpreso/a a pagare per vedere quella faccia da pappone lampadato che si toglie i vestiti per mostrare le meraviglie della depilazione integrale. Oggi è l’otto marcio, therefore ci saranno le solite, doverose conferenze sulla condizione della donna, poi domani è il nove e torna tutto come prima. Qualche giorno fa ho visto un adesivo che pubblicizzava uno sciopero generale delle donne, indetto per oggi. Sciopero di cosa? Ho domandato ad Anna, che era a tiro in quel momento. Boh, ha detto lei, forse non si scopa più, ho detto io, ma se non si scopa ci rimettiamo anche noi, mica solo loro. Forse smettiamo di fare la lavatrice separando i bianchi dai colorati, è stata l’ipotesi successiva. Damir non si è sentito di avallarla, lui la lavatrice se la fa da solo e uno sciopero delle lavandaie non lo toccherebbe minimamente. Socio, ho chiamato, diciamo che dovessi scioperare, voglio dire, a parte il sesso, cosa ti seccherebbe che smettessi di fare? Niente, fa lui. Direi che come sciopero è già un fallimento in partenza, almeno per quanto riguarda la nostra fascia d’età. Magari l’impiegata postale cinquantenne che lavora fuori e poi torna a casa e deve fare tutto da sola perché il marito è al bar, beh, forse lei potrebbe sospendere le attività per un giorno, ma poi i figli a carico e il marito cosa mangiano? Le vengono i sensi di colpa, le vengono.
Insomma, è di nuovo l’otto marcio e non c’è un cazzo da fare, signora mia.