pubblicato da Giulia venerdì, Agosto 1, 2003 10:26
Aggiunto alla categoria Boh
Commenti disabilitati su

Santa Sebastiana

I cuori infranti mi amano. O quantomeno mi cercano, richiedono il mio parere, se non il mio intervento. Non è un fenomeno nuovo, a dire la verità. Non so cosa sia che attira verso di me i feriti e contusi dalle frecce di Cupido, ma lasciate che vengano a me, perché se quella deve essere la mia funzione in questa vita, che sia. Mi vengono in mente cose peggiori che adoperare la mia comprensione per tamponare le ferite di chi sanguina.

C’è chi la freccia se l’è presa nel cuore e chi nel culo. A volte è una freccetta da bar e a volte è un dardo medievale ricoperto di pece fiammeggiante, che bisogna lasciar spegnere, o quantomeno maneggiare con cura. Chi ha una freccia ne cuore o nel culo può essere anche pericoloso, astioso, graffiare e agitarsi per toglierla, quando è veramente tutto inutile, chi ha la freccia non la vede, può solo sentirla.

Io la vedo. Posso guidare le mani a toglierla, ma piano piano. Poi, quando serve lo strattone finale, quello per far uscire la punta, ecco, lì bisogna essere bruschi, e allora faccio io. Perché poi per un po’ si sanguina a fiotti, e il de-freccizzato lancia insulti all’indirizzo del segaossa che lo sta curando, e si aggrappa spasmodicamente alla freccia che è diventata parte del suo corpo, un dolore che gli è ormai familiare. Questa fase corrisponde quasi sempre con quella della brutalità: quando il ferito d’amore, per l’ennesima volta, tenta di riallacciare i rapporti o di ravvivare la speranza che il suo carnefice possa amarlo di nuovo, è il momento in cui la comprensione materna lascia il posto ai calci in culo (non dalla parte della freccia, ovviamente).

Non venite da me per consolazioni a buon mercato, “tirati su” e “la vita è lunga”. Non venite da me per sentirvi dare ragione su tutto. Non venite da me per sentirvi dire che l’ex partner è stronzo (a meno che non lo sia e voi continuiate ad insistere che è santo, e chi vuol capire…) E soprattutto, non venite da me per la Verità, se la conoscessi sarei Cesare Previti.

Venite da me perché io so cosa vuol dire. Venite da me perché, per chi le vede, io sono coperta di cicatrici di frecciate. Ne ho una che si sta rimarginando nel centro del petto, che quando cambia il tempo e ascolto certe canzoni mi fa ancora male. Ne ho molte di più, rimarginate e meno visibili, in altre parti del corpo. Una ha lasciato la punta nel centro che governa la fiducia negli altri, perché chi l’ha strappata stava prendendo la mira per piantare la sua, e non ha avuto la mano ferma di chi ti vuole davvero aiutare a guarire. E quella che tutti credevano mi avrebbe uccisa è poco più di un segno rosa porcellino che prude quando sento le parole “Bocconi”, “albanese” e “è una ragazza tranquilla”.

Sopportabile, tutto sommato.

Commenti e ping chiusi.

Nessun commento to “”

  1. @adario says:

    Novembre 14th, 2011 at 5:03

    Giulia_B hai per caso nuovi post sul blog? 😉