pubblicato da Giulia domenica, Luglio 6, 2003 22:14
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Mogol offresi

Antefatto. Forse non tutti sanno che ho fatto la cantantessa per due anni e rotti, prima di essere espulsa a pedate per incapacità laringea. Se sono durata due anni è, credo, perché se come cantante non sono chissà che (e non ho la classe necessaria a far credere a tutti che cantare male sia un segno di distinzione artistica, cfr. Ian Brown, Bernard Sumner), come paroliera ero brava.

Fatto n. 1: da quando mi hanno cacciata dai Sofà (in seguito Alias), non ho più scritto canzoni, e questo mi manca.
Fatto n. 2: mi piace essere socialmente utile.
Presupposto: penso che le due cose si possano coniugare.

Facciamo un affare. Io sono una lyricist disoccupata. So scrivere in italiano e anche in inglese, se proprio appartenete a quella categoria di gruppi che preferiscono “ffa’ l’ammerigano”. Per scrivere una canzone mi ci vuole mezz’ora. Per restaurare la metrica e le rime di un testo già fatto, la metà del tempo. Per insegnare al vostro cantante gli elementi base della pronuncia, da un pomeriggio a una settimana. Per insegnare alla vostra cantante a truccarsi senza sembrare Moira Orfei, qualche ora (mi diversifico: ho anche una convenzione con una pusher di cosmetici). 

Siete afflitti dalla Sindrome di Nek (tutti i versi finiscono in “e”)? Oppure soffrite del Morbo di Ligabue (quando non riuscite a finire una strofa fate “whoa-whoa-whoa”)? La vostra cantante ha i polmoni di Skin ma l’abilità compositiva di Valeria Rossi (“Sole-cuore-amore”)? I vostri testi in inglese sono l’equivalente di “Ambarabà ciccì coccò”, ma non fanno rima?

You know you need me. 

 

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