Sono andata a votare. Oh! Non ridete! È una cosa seria, i miei diritti civili, decidere del futuro della mia regione, blabblabblah. Arrivo, nella sezione 52 non c’è nessuno. (Fuori, un caldo da svenire.) Entro nella cabina, apro la scheda. Sono abituata alle votazioni a prova di cretino: entri, apri la scheda, trovi i nomi dei candidati, metti la crocetta, esci, consegni, ciao.
Bòn, qui ci sono un pallino per Illy, uno per la Guerra, uno per Saro, e vicino ad ognuno una colonna con simboli di partito e (argh!) campi bianchi. Minchia, mi ero dimenticata che si eleggevano anche i consiglieri regionali. Mica posso uscire e rivedermi la lista. Che faccio? Come funziona? Dove metto la crocetta? E se poi sbaglio e la scheda non è valida e la Guerra vince per un voto balengo, il mio?
Escludendo di chiedere aiuto agli scrutatori, prendo una decisione rapida (tipo sambuca Molinari, che schifo la sambuca ragazzi, la beve solo Renzino, ciao Renzino), finisco per mettere una crocetta generalizzata, e gli altri pazienza, mica me li posso inventare; anche perché non ho capito quanti ne posso votare, e soprattutto per quale ragione, visto che a parte la Bruna Zorzini mi sembrano tutti delle gran facce da culo. (Sig. Camber, Le consiglio vivamente di non telefonarmi MAI PIU’ a casa per promuovere la Sua candidatura; o le faccio sputare nel bicchiere dalle cameriere del Caffè Walter.)
Se la Guerra vince, non dormo più. Però scusate: io leggo Repubblica.it tutti i giorni, gli articoli della Ragazza del Bar sul Barbiere della Sera, e ancora non avevo capito come dovevo votare, dove dovevo mettere la crocetta, e perché. Possibile che sia tutta colpa mia? Che la disinformazione sia un mio problema? O non c’è stato, piuttosto, un diluvio di informazioni folkloristiche, su questa elezione, e un blackout di indicazioni pratiche?
E poi fa troppo caldo, porcamiseria, fa troppo caldo.