Buongiorno. Mi sono appena tirata su dal letto, con le ustioni dell’oretta passata al mare ieri pomeriggio che sfregano fastidiosamente contro il cotone della camicia da notte. Mi brucio subito, ho la pelle delle bionde della famiglia: e se non sto attenta a mettere una protezione alta, mi ritrovo tutta di un bel color aragosta. Oggi si vota. Devo quindi trovare la voglia di vestirmi, dare un senso ai miei capelli e andare in via Bernardo Benussi a sostenere il mio candidato, perché se non lo faccio e vince l’altro candidato, poi mi sentirò in colpa.
Ieri notte sono stata in chat, credendo di non trovarci nessuno. Non credo di aver mai visto Lycos così affollato, né di avere fatto una chiacchierata tanto simpatica quanto quella di ieri sera. È molto strano: vai in chat sentendoti una sfigata perché non sei fuori a fare “mossa” nei baretti (sandali, magliette aderenti, molti minuti della tua vita passati a scrutare le altre donne per capire se c’è concorrenza seria, e altrettanti minuti passati ad esaminare la fauna maschile per stabilirne il grado di appetibilità; tutto inutile, nei baretti non si conosce nessuno di nuovo, ognuno è chiuso nei suoi giri), e scopri che è tanta, la gente che sceglie questa forma di contatto umano così diversa e, nel migliore dei casi, così priva di frasi fatte. In chat non si è costretti a riempire con conversazione spicciola il tempo che ci serve per stabilire il grado di reciproca attrazione. Non ci si vede. Su Lycos si può inserire una foto nel profilo, ma non è obbligatorio, e sono molti quelli che scelgono di metterci altro, un disegno o un paesaggio o la bandiera della pace.
(Poi ci sono anche quelli che mettono la loro foto vestiti come per un matrimonio, ma quelli sono un caso a parte.)