Come non detto, come non scritto
pubblicato da Giulia domenica, Aprile 18, 2004 14:55Karol Jackowski è una suora cattolica americana. Ha scritto un libro, The Silence We Keep: A Nun’s Wiew of the Catholic Priest Scandal, e quelli di Nerve.com sono andati ad intervistarla.
Da una suora non ci si aspetta molto. Obbedienza, pazienza, osservanza. Duro lavoro e rispetto delle regole. Una suora, anche se sta in alto nella gerarchia ecclesiastica, avrà sempre qualcuno sopra di lei. Il ruolo delle donne, nella maggior parte delle religioni e anche in quella cattolica, è ancillare: uno status quo che lo stesso Giovanni Paolo II ha provveduto a blindare, almeno temporaneamente, con l’enciclica De Mulieris Dignitate. Sposatevi e fate figli, oppure non sposatevi, ma comunque ricordatevi che il vostro compito, la vostra dignità, è servire, nutrire, curare, e non guidare.
Karol Jackowski si fa forza di questo ruolo secondario per parlare. “Sono una donna” dice chiaramente nell’intervista, “Non mi faranno niente. Quello che dice una donna non ha alcuna importanza per la Chiesa Cattolica.” Il suo libro è di per sé una bomba, e se fosse stato un vescovo a scriverlo, la risonanza sarebbe stata sicuramente maggiore. Ma ancora più clamoroso è il contenuto della sua intervista. Jackowski parla di una Chiesa sotterranea, sconosciuta, in cui si sta tornando al cristianesimo delle origini; una Chiesa che include e non esclude, in cui l’orientamento sessuale non è una discriminante, e le suore amministrano di routine i sacramenti.
Potrebbe essere proprio questa noncuranza della Chiesa a portare ad una riforma, se non alla rivoluzione. La Chiesa Cattolica sottovaluta e ignora l’opinione di una donna, ma il mondo è grande e non inizia e finisce con quelli che ascoltano Radio Maria. Nel frattempo, ci sarebbe materiale di riflessione per i sostenitori della superiorità delle “nostre tradizioni”. Sarebbe bello, molto bello, che qualcuno si rendesse conto che se le “nostre tradizioni” fossero quelle che erano, le donne sarebbero ancora tutte serve, che non saremmo mai scese in piazza, che il divorzio (per non dire l’aborto) sarebbe utopia, che ci sarebbero ancora i matrimoni riparatori post-stupro, che l’erede maschio piglierebbe tutto, e chissà quali altre nefandezze che io grazieadio non posso ricordare, essendo nata quando le cose stavano già cambiando. E che se in Occidente vige una sorta di parità nominale fra i sessi, è solo perché a un certo punto i governi sono diventati laici.
Un grande urlo si lancia tirando bene l’aria in dentro. Qualcuno, da qualche parte, sta gonfiando i polmoni.