Burn Ally burn
pubblicato da Giulia mercoledì, Agosto 25, 2004 21:58Ally McBeal fa quasi sempre ridere. Il telefilm, non la sua protagonista, che si conferma come la più irritante figura femminile mai collocata come centro emotivo di una serie.
Ally McBeal mi ispira una voglia tremenda di darle un calcio nel sedere. Non è per la magrezza da dodicenne prepubescente, per gli occhi perennemente sgranati o il perma-broncio, anche se tutto questo aiuta. È più una questione di valori intrinseci al personaggio. La fissazione con l’anima gemella. La petulanza. L’inaffidabilità (non la puoi lasciare sola con tuo marito un nanosecondo che subito gli infila la lingua in bocca). La scemenza (dopo averti limonato il marito, cerca anche di giustificarsi, invece di andare a dar via il culo). L’ossessione per il matrimonio. La pruderie nei confronti di Renée ed Elaine (che lei chiaramente disprezza e simultaneamente invidia per il fatto di essere sessualmente disinvolte; mentre lei limona con il povero Greg per una serie infinita di episodi senza arrivare al dunque, e ha l’allure di un Chupa Chups).
Ally McBeal dovrebbe essere la everywoman di turno, e invece è una bambina rompicoglioni, il tipo di amica che nessuno vuole avere, né gli uomini né le donne, una che insegue la felicità senza sapere esattamente in cosa consista (un uomo, si presume, giacché l’universo di Ally è totalmente androcentrico), rigida come un manico di scopa, “io SONO naturalmente attraente!”, domani è sempre meglio di oggi, oddio ho trent’anni, se non ho le rughe è perché ho avuto il buonsenso di sorridere poco.
Antipatica, stridula e perennemente insoddisfatta. Perché seguire le sue vicende? Forse perché guardarla mentre si rovina sistematicamente la vita ci fornisce un pretesto per sentirci moralmente superiori a qualcuno, che per di più è un personaggio fittizio, per cui via i brutti sensi di colpa un po’ cattolici legati al trinciar giudizi gratuiti sugli altri (tanto questa non esiste, no?); e nel frattempo possiamo godere della rosa di personaggi strepitosi che David E. Kelley ha disposto intorno a questa povera scema.
E non è mica poco, eh.