Una volta ero indie anche io
pubblicato da Giulia mercoledì, Luglio 14, 2004 22:33Allora, era il 1993.
Ed era tutta una camicia di flanella. Veramente. Camicie di flanella dappertutto. A quadretti, per lo più, perché così le portavano i taglialegna dello stato di Washington. Camicie a quadretti e scarponi, anche quelli mutuati dai taglialegna. Sopra gli scarponi, a volte si indossavano vestitini a fiori con gonnelline svolazzine, che il moto perpetuo dell’aria triestina regolarmente sollevava lasciandoci mutande all’aria. La mattina, prima di vestirci, guardavamo dalla finestra per controllare che le foglie degli alberi non si muovessero troppo, e se si muovevano, ci mettevamo i pantaloni.
Una volta io ero indie e qui era tutta campagna.
Non avevamo le spilline, nel 1993. Avevamo:
gli anfibi
i calzini negli anfibi
magliette corte che lasciavano la pancia scoperta
gonnelline ad “a”
Levi’s 501
le sunnominate camice di flanella
i sunnominati vestitini.
Non mi ricordo spille o frangette o altri vezzi, che sono un clamoroso falso storico. Spille e frangette e merchandising di Hello Kitty! sono vestigia degli anni ’80, anni in cui gli attuali indie kids erano al nido, all’asilo o se andava bene alle elementari.
Non eravamo stilosi, noi. O meglio, il nostro stile era nessuno stile. Capigliature lasciate andare a crescere un po’ a cacchio, trucco approssimativo quando c’era, abbigliamento volutamente casuale perché l’estetica era quella dell’understatement, della negazione dell’accessorio femminile.
Quando ero indie io, “indie” era già stato fagocitato dalla massificazione del grunge, azzannato dal college rock, e c’era già il Britpop che lo mordicchiava alle caviglie.
Quando ero indie io, non sapevo neanche di esserlo, perché il termine veniva usato per descrivere un certo tipo di distribuzione, e per estensione, di musica. Non eravamo indie kids. Al limite ci si chiamava (in modo abbastanza ridicolo, in retrospettiva) grunge, senza sapere esattamente in cosa consistesse essere grunge piuttosto che altro. Ognuno quindi era indie per i cavoli suoi e senza saperlo, e poi ogni tanto si andava a un concerto insieme.
Una volta ero indie anche io: ma si sono dimenticati di dirmelo.