Saluti da Chiaiano

pubblicato da Giulia lunedì, Agosto 18, 2008 14:05
Aggiunto alla categoria Spot, Triste mondo malato

Gli ambientalisti sono dei gran rompicoglioni, e questo no e quell’altro no e quell’altro neanche: questa è la common wisdom riguardo a chi si occupa direttamente di salvaguardare quel poco di natura che ancora è rimasta in Italia, fra una centrale nucleare in costruzione e una pila di rifiuti solidi che è diventata una montagna con tanto di erba sopra: una montagna velenosa, ma l’importante è che non si veda il marcio sotto. In Italia si usa moltissimo fare come la serva pigra, e spazzare la polvere sotto il tappeto: lo si fa per tutto, per incidenti mortali dalle cause misteriose, per rapimenti di uomini politici di cui si sa ancora troppo poco, per pestaggi di massa nei confronti di persone inermi: figurarsi se non lo si fa, letteralmente, per le scorie che ci stanno soffocando.

Il Governo del Fare (Propaganda) arriva e dice, ghe pensi mì, vedi come ti ripulisco Napoli: detto fatto, Napoli è pulita, tutti applaudono, e nessuno si domanda dove siano finiti quei rifiuti che prima erano in giro per le strade. Come li hanno fatti sparire, se le discariche sono piene fino a scoppiare? Dove sono finiti? Chi li ha smaltiti, e come? Chissenefrega, l’importante è fare bella figura: la polvere sotto il tappeto mica si vede. Ahh, che sollievo.

Ma la domanda rimane: dove sono andati, quei rifiuti?

Ecco, probabilmente sono andati qui.

Commenti e ping chiusi.

2 commenti to “Saluti da Chiaiano”

  1. gabry says:

    Agosto 18th, 2008 at 3:44

    io sono un ambientalista ocnvinta, la mia laurea in architettura con tesi in architrettura del paesaggio e il mio master in valorizzazione dei beni ambientali e culturali lo dimostrano, e lottare contro chi dice “cementifichiamo, costruiamo, inquiniamo, che significa portare lavoro” è complesso e difficile. mi sono scontrata, nel corso della mia tesi che doveva diventare un progetto, con mentalità ottuse e colluse, che preferiscono un uso indiscriminato che porta vantaggi economici immediati, piuttosto che un uso sostenibile (parola brutta e abusata lo so) che darà i suoi benefici (economici e non) sul lungo termine. l’hanno capito ovunque che investire sul “bio” di qualsiasi tipo fa bene, gli unici posti dove non è così è una parte del terzo mondo, la cina, gli usa e l’italia. non so te, ma a me sta cosa mi fa davvero incazzare (e scusa la scurrilità)

  2. Giulia says:

    Agosto 19th, 2008 at 12:24

    Scusa di che. Usiamo le parole che servono.